Riferimento: 401901
Produttore: Kentos
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Facciamo il pane e tutti i dolci della nostra tradizione con metodi antichi, con ingredienti sardi e col grano nostro. Quando dico nostro voglio dire quello del nostro campo, coltivato dalla mia famiglia.
Orroli si trova nel Sarcidano, una regione della Sardegna centro-meridionale, in mezzo a una piana coltivata a grano e circondata da pascoli selvatici. Abbiamo anche il lago. Nel nostro piccolo siamo famosi, per il Nuraghe Arrubiu (Nuraghe Rosso), il più grande dell’intera isola.
Ma da qualche tempo si parla di noi anche per un’altra ragione: la nostra longevità. In effetti in paese c’è una delle maggiori percentuali di centenari di tutta l’Italia. D’Europa, secondo alcuni studiosi. Una parte del segreto, dicono, sta nel nostro DNA. Così ci
esaminano, curiosi e anche un po’ invidiosi. Chiedono ai nostri vecchi che vita abbiano fatto, cosa bevano e cosa mangino.
Certo è stata una vita semplice, all’aria aperta, rispondono. Certo è stata la serenità dei campi e la genuinità dei loro frutti. Qui il grano lo maciniamo da sempre. In ogni capanna prenuragica c’era una piccola mola di pietra. E così abbiamo continuato a fare. Piccaperdas, ci chiamano in Sardegna. Vuol dire “martella pietre”. Cioè scalpellini, perché eravamo maestri proprio nel costruire le mole. E anche oggi in paese continuiamo a macinare il grano con una mola di pietra, dal mugnaio. Sembra una favola, ma invece è proprio così. E poi coltiviamo il grano migliore, la qualità “Senatore Cappelli”, quello con la punta delle ariste nera. Senza nessun tipo di aiuto chimico, di “medicina” come si dice qui.
“Biologico”, come dicono oggi: il nostro era già così senza saperlo. Poi facciamo il pane in un modo diverso. Anzi sempre uguale. Noi per esempio usiamo un lievito che ha diverse centinaia d’anni. Sempre lo stesso: ogni giorno se ne conserva un pezzetto per fecondare il pane del giorno seguente. Da secoli. Madrighe (matrice), si chiama. Che vuol dire madre. Come facciamo a sapere che è così antico? Semplice: di lievito di birra qui se ne è sentito parlare dopo l’ultima guerra, ma mia madre già faceva il pane, e lo faceva ancora col vecchio sistema, col “madre lievito”. Il lievito chimico non lo ha usato mai. Figuriamoci mia nonna e mia bisnonna, che neanche lo conoscevano.
Facciamo il pane e tutti i dolci della nostra tradizione con metodi antichi, con ingredienti sardi e col grano nostro. Quando dico nostro voglio dire quello del nostro campo, coltivato dalla mia famiglia. Magari non ci credete, ma non è uno scherzo e potete venire a controllare di persona. E le annate in cui non ci basta lo compriamo dai nostri vicini, qui in paese. Sempre “Biologico certificato”: così si dice? Noi vogliamo continuare le nostre tradizioni, che sono antiche e ci hanno fatto vivere bene per così tanto tempo. Perciò ci siamo chiamati Kentos. Vuol dire “cento”, come gli anni dei nostri centenari.
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